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Riflettori puntati sulla responsabilità - Luglio 2023

one year ago
Roundel Responsible Spotlight

Motivi per mangiare meno carne

In un mondo in cui la cattiva alimentazione è la causa più comune di morte e in cui alcuni governi faticano a sfamare la popolazione, convincersi a mangiare meno carne potrebbe sembrare una scelta bizzarra. Dal punto di vista economico, l’allevamento di bestiame allo scopo di produrre carne è inefficiente. Oltre l’80% dei terreni agricoli globali utilizza il 20% dell’acqua dolce globale per apportare il 18% appena del nostro fabbisogno calorico. Anche la motivazione etica è solida: ogni anno vengono uccisi 80 miliardi di animali, soprattutto polli, ovvero circa nove animali per ogni persona sul pianeta.

La produzione di carne è inoltre distruttiva per l’ambiente. L’espansione delle frontiere agricole nelle aree di biodiversità dell’America Latina e dell’Asia contribuisce alla perdita di varietà biologica e alla produzione di gas serra. Un minor consumo di carne è associabile a un maggior benessere fisico. In tutto il mondo sviluppato, si stima che il consumo giornaliero di carne rossa sia da 3 a 6 volte superiore ai livelli raccomandati. Ciò può contribuire a creare problemi di salute a carico di cuore, reni e fegato. Gli antibiotici utilizzati per il bestiame favoriscono anche la resistenza agli antibiotici nell’uomo. 

Che cos’è un flexitariano?

Alcuni di questi fattori potrebbero aver influenzato i risultati di un sondaggio del 2021, largamente citato, in cui il 47% degli americani si è definito “flexitariano”, ossia fautore di una forma meno rigida di vegetarianismo. Le aziende produttrici di carne vegetale esistono da anni. Tra queste, Beyond Meat, fondata nel 2009, sembrava ben posizionata per trarre vantaggio da questo cambiamento nei gusti dei consumatori. I fondatori dell’azienda hanno intuito il vantaggio di rivolgersi non solo ai consumatori vegetariani e vegani, bensì anche ai flexitariani e ai carnivori. Il prodotto Beyond Meat contiene proteine spezzate di piselli e fagioli mung. Il processo di produzione utilizza il riscaldamento, il raffreddamento e la pressione per ottenere un prodotto che imita la consistenza della carne vera. Gli hamburger Beyond Meat generano il 90% in meno di emissioni di gas serra, e fanno risparmiare il 93% di terra, il 99% di acqua e il 46% di energia.

Profitti immaginari 

Beyond Meat è stato uno dei lanci di maggior successo avvenuti nel 2019 nel listino Nasdaq. In pochi mesi il prezzo delle azioni è aumentato dell’840%. Tuttavia, arrivati alla metà del 2023 l’azienda ha ceduto oltre il 90% del suo valore e fatica a generare ricavi. La performance di Beyond Meat nei mesi successivi alla sua quotazione è sembrata certamente eccessiva. Con un fatturato annuo di soli 88 milioni di dollari nel 2018 e un bilancio in perdita, al suo apice ha raggiunto una capitalizzazione di mercato di quasi 14 miliardi di dollari, un quarto del valore della multinazionale alimentare Tyson Foods, che l’anno scorso ha generato vendite per 53 miliardi di dollari e controlla circa il 20% del mercato statunitense di carne bovina, suina e di pollo. Beyond Meat ha avuto problemi operativi e di flussi di cassa ben evidenziati. Tra questi, il lancio mal riuscito di un nuovo prodotto, il basso utilizzo degli impianti, l’eccesso di scorte e la riduzione della rete di distribuzione.

Eppure, secondo le recenti previsioni di Bloomberg e Barclays, il mercato degli alimenti a base vegetale dovrebbe conquistare tra l’8% e il 10% del mercato globale delle proteine entro il 2029/30. Parte di questo ottimismo potrebbe riflettere la crescita delle bevande vegetali come Oatly, che sono cresciute rapidamente e rappresentano l’11% delle vendite di latte nei negozi di alimentari nel 2021. Il pessimo andamento dell’azione di Beyond Meat (e anche di Oatly, che ha subito una correzione di oltre il 90%) potrebbe indicare un problema più ampio di scalabilità dei prodotti alternativi alla carne e ai suoi derivati. A seguito di studi che hanno dimostrato che quasi un quarto di tutti i nuovi prodotti alimentari introdotti nel Regno Unito nel 2019 portava un’etichetta vegana, si è osservato che negli anni successivi numerosi produttori hanno iniziato a ritirarsi dal mercato degli alimenti a base vegetale, almeno nel Regno Unito. Oatly ha ritirato dal commercio le sue vaschette di gelato vegano senza derivati del latte. Nestlé ha interrotto la vendita nel Regno Unito dei suoi marchi di prodotti lattiero-caseari alternativi e privi di carne nel marzo 2023, non molto tempo dopo aver descritto i prodotti a base vegetale come un’opportunità “che si presenta una volta in una generazione...”.

Roundel 1

Il nostro punto di vista

Su Beyond Meat e sui suoi concorrenti si sta abbattendo una tempesta perfetta di eventi macroeconomici e di natura aziendale. L’aumento dei tassi d’interesse, che aggrava gli impegni finanziari sia per le aziende esistenti che per i potenziali nuovi operatori, potrebbe implicare il protrarsi di questo periodo di consolidamento del mercato e di intensa concorrenza in quello che appare già come un mercato saturo. L’alimentazione senza carne rappresenta una parte relativamente piccola del mercato degli alimenti alternativi, che riguarda circa il 5% dei consumatori negli Stati Uniti e in altri paesi occidentali. Associare l’offerta senza carne a uno stile di vita più sano e a un processo di produzione rispettoso del clima è concettualmente interessante, ma i fornitori di sostituti della carne devono comunque operare a livello commerciale e competere direttamente con i produttori di carne tradizionali. Considerando che si parte da una base di modeste dimensioni e che ora i consumatori sono molto più sensibili ai prezzi, le difficoltà potrebbero essere sottostimate. Le multinazionali, che possono avvalersi di risorse più generose e della capacità di condurre campagne promozionali più estese, sono avvantaggiate nel promuovere le proprie opzioni meat-free rispetto agli operatori più piccoli come Beyond Meat.

Suggeriamo un portafoglio d’investimento diversificato per evitare di scommettere su un unico settore o tema. Un’esposizione ben distribuita tra le varie classi di attività può ridurre al minimo i rischi associati a una singola area.

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