You are using an outdated browser. Please upgrade your browser to improve your experience.
Article | 05 April 2024 | Italiano
La Banca nazionale svizzera (BNS) è stata la prima grande banca centrale a ridurre i tassi di interesse nell’attuale ciclo. L’istituto ha effettuato il primo taglio in nove anni, riducendo i tassi di 25 punti base (pb), all’1,5%, dopo che l’inflazione svizzera era scesa all’1,2% a febbraio, nono mese consecutivo in cui i prezzi erano rimasti all’interno dell’intervallo target dello 0-2%.
Nella sua riunione di marzo, la Federal Reserve (Fed) statunitense ha mantenuto i tassi invariati, confermando una guidance che prevede tre tagli dei tassi di 25 pb nel 2024. I mercati finanziari, che avevano iniziato l’anno prevedendo fino a sei tagli dei tassi statunitensi. si sono ora allineati alle proiezioni della Fed.
Dopo mesi di speculazioni, la Bank of Japan (BoJ) ha finalmente abbandonato la sua politica di tassi di interesse negativi, ponendo fine al controllo della curva dei rendimenti nel mercato obbligazionario. La decisione è arrivata dopo che le trattative salariali annuali hanno concesso ai lavoratori giapponesi sindacalizzati un aumento medio delle retribuzioni di oltre il 4%, il più consistente in oltre trent’anni.
L’indice MSCI All Countries World è cresciuto del 3,14% in USD e molti mercati hanno registrato nuovi massimi storici. Il rally ha generato i rendimenti del primo trimestre più elevati degli ultimi cinque anni. I titoli giapponesi hanno ulteriormente ampliato i loro guadagni su base annua (TOPIX +4,29%). Anche le azioni europee hanno offerto alcune delle migliori performance, sostenute dai segnali di miglioramento dei dati economici (MSCI Europe +3,94%). Contemporaneamente, le azioni statunitensi si sono allineate alla media globale (S&P 500 +3,22%). Dopo l’impennata di febbraio, i titoli cinesi hanno registrato un altro mese di rendimenti positivi (MSCI China Index +1,05%).
Le obbligazioni globali sono cresciute, in quanto le banche centrali hanno continuato a ribadire che inizieranno a ridurre i propri tassi quest’anno e sono apparse poco preoccupate da una possibile ripresa dell’inflazione. I Treasury decennali USA hanno chiuso il mese con un rendimento del 4,20%, in calo di 4 pb, mentre il rendimento del Bund tedesco a 10 anni è sceso di 12 pb, al 2,30%. I rendimenti obbligazionari britannici hanno registrato un calo anche superiore, dopo che l’inflazione di febbraio, inferiore alle attese, ha aperto la strada a un taglio dei tassi da parte della Banca d’Inghilterra. Le obbligazioni corporate hanno superato il debito pubblico e gli spread di credito si sono ridotti ai livelli più bassi degli ultimi due anni.
A marzo, il dollaro USA si è apprezzato rispetto alle altre principali valute, con il Dollar Index che ha guadagnato lo 0,37%. Anche l’euro si è rafforzato rispetto allo yen giapponese. La BoJ ha finalmente aumentato i tassi allo 0-0,1%, ma ha sottolineato che essi sarebbero rimasti in questa fascia fino a quando le aspettative di inflazione non si fossero allineate in modo sostenibile con l’obiettivo del 2%.
I prezzi del petrolio, misurati dal Brent, sono cresciuti del 4,62% e hanno chiuso il mese a 87,00 dollari, a causa del vanificarsi delle speranze di un cessate il fuoco in Medio Oriente. I prezzi dell’oro sono cresciuti dell’8,12%, superando per la prima volta nella storia i 2.200 dollari l’oncia troy.
La volatilità ha subito un modesto calo nel corso del mese, con l’indice Vix che ha chiuso in ribasso del 2,9%, a 13,01. L’indice è rimasto inferiore a 20, livello solitamente considerato come un indicatore della stabilità del mercato.
La Securities Exchange Commission statunitense ha emanato una norma che impone alle aziende di dichiarare le emissioni di gas a effetto serra ritenute rilevanti per i loro ricavi. La norma è meno rigorosa rispetto alla direttiva europea sul reporting di sostenibilità aziendale, tuttavia si prevede comunque che verrà messa in discussione dalla Camera di commercio degli Stati Uniti.